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Madonna del Popolo: l’affidamento a Maria di Piacenza

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“C'è un affidamento collettivo alla Madonna del Popolo della nostra cattedrale, della nostra città e della nostra diocesi, che dal 1617 si rinnova, da quando il Vescovo Claudio Rangoni diede inizio a questa festa”: con queste parole il Vescovo mons. Adriano Cevolotto ha spiegato, il 7 aprile in cattedrale a Piacenza, il senso della celebrazione dedicata a Maria, che si ripete ogni anno nella domenica Domenica in Albis o della Misericordia, che vuole collocare tutti i fedeli sotto il manto della benevolenza materna della Madonna del Popolo, e questo titolo ha il significato - per il Vescovo - di popolarità e inclusione, perché parla di una preoccupazione che nessuno si senta fuori.

Rendersi parte gli uni degli altri

Tre sono i passaggi che mons. Cevolotto, ha evidenziato nell’omelia. Il primo riguarda la pagina degli Atti degli Apostoli in cui si dice che i primi cristiani avevano un cuor solo ed un’anima sola, e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. “A prima vista - ha rimarcato il vescovo - potrebbe essere giudicata una privazione, un impoverimento. Al contrario, l'effetto di questo modo di intendere l'uso dei beni, è ottenere un'appartenenza, cioè un rendersi parte gli uni degli altri… Proviamo a pensare quanto questa logica sia confermata dal suo contrario, cioè quando il possesso o un uso “ego-logico” porta alla disgregazione, all'ingiustizia e quindi all'aumento dell'insicurezza”.

Gesù in mezzo

Il secondo passaggio puntualizzato dal Vescovo è il significato dello “stare in mezzo” di Gesù che ci allinea nella condizione di discepoli. Anche la figura di Tommaso, l’incredulo, manifesta la condizione dei discepoli e di ogni cristiano. “Non c'è nessuna idealizzazione - ha sottolineato mons. Cevolotto - della comunità che nasce dalla Pasqua di Gesù. Lo “stare in mezzo” di Cristo è la condizione per ritrovare continuamente la fede, per vincere le paure che non vengono meno”.

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Un perdono disponibile

La terza indicazione - per il Vescovo - indica come avviene il passaggio. Rifacendosi all’espressione del Vangelo: “A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati”, ha sottolineato che la moltitudine diventa comunità grazie ad un perdono disponibile. “Non riguarda solo - ha puntualizzato il presule - la qualità delle relazioni segnate dal perdono fraterno. Qui c'è il perdono stesso di Dio, la manifestazione di quella misericordia che è in grado di ripristinare il volto del Figlio di Dio sfigurato… Si tratta allora di quella comunità che esercita l’amore misericordioso di Dio”.

La Casa della Carità

“La Casa della Carità, - ha sottolineato mons. Cevolotto - di cui oggi facciamo memoria nel suo inizio, ventisei anni fa, è un'ulteriore parola, che ci ricorda come per scardinare le logiche dell'ego sia necessario collocare al centro il segno più esplicito della presenza discreta ed efficace del crocifisso risorto. In questa festa, - ha infine affermato il Vescovo - che ci vede popolo in cammino, come tra poco esprimeremo con la processione tra le vie della città, coltiviamo in noi il desiderio di pensarci come un dono per ciò che custodiamo in noi, sicuramente non una comunità priva di debolezze e di peccati, fiduciosa che la potenza della risurrezione di Gesù, possa portare a compimento quell'opera di essere sempre più popolo di Dio”.

La processione

Dopo la messa le vie del centro storico sono diventate teatro di una processione che ha visto la partecipazione di religiosi e religiose, di gruppi di volontariato, tra cui i cavalieri di Malta e i volontari della Confraternita di Misericordia che hanno portato sulle loro spalle la statua della madonna del Popolo. Il corteo di fede, in una calda giornata primaverile, ha toccato i luoghi più significativi del centro, sotto lo sguardo spesso stupito dei passanti. La presenza del Vescovo, dei sacerdoti, dei diaconi e di tutti i fedeli ha ulteriormente arricchito il significato dell'evento, sottolineando l'importanza della presenza della Chiesa nel contesto della città.

L’implorazione del Vescovo

La celebrazione si è conclusa rientrando in cattedrale dove il Vescovo ha recitato una intensa preghiera alla Vergine Maria affidando a lei il futuro che attende l’umanità.
“Ti affidiamo - ha implorato mons. Cevolotto - tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli, i bimbi ancora non venuti alla luce e quelli nati in condizioni di povertà, di sofferenza, di guerra, i giovani alla ricerca di senso, le persone prime di lavoro e quelle provate dalla fame e dalla malattia.
Ti affidiamo le famiglie dissestate, gli anziani privi di assistenza e quanti sono soli e senza speranza.
Ti affidiamo la vocazione e la missione dei battezzati, dei cresimati, dei consacrati, degli sposi.
Fa' che siano attenti alla voce di Dio, fa che fioriscano risposte generose alla chiamata che Dio con larghezza sparge nella sua Chiesa”.
La festa della Madonna del Popolo a Piacenza si è confermata, un evento che, anno dopo anno, rinnova il legame tra la città, i suoi cittadini e la loro fede. Un momento che ricorda l’affidamento del popolo di Dio alla Madre di Gesù.

Riccardo Tonna

Pubblicato l'8 aprile 2024

Nelle foto, la processione in città con la statua della Madonna del Popolo.

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